Nelle infografiche sono messi a confronto gli unicorni Europei, Americani e Cinesi, costituiti negli ultimi 10 anni, soprattutto con riguardo ai loro portafogli brevettuali e alle strategie di tutela della proprietà intellettuale: di sicuro gli europei sorprendo! …e i Cinesi forse esagerano…
Unicorni Europei: più brevetti hai e meno vali
Sono 35 gli unicorni con sede in Europa e fondati dopo il 2010: insieme hanno un valore pari a 70 $B. Ma quanti di questi hanno una attenzione sui temi della proprietà intellettuale?
I settori dell’health, dell’intelligenza artificiale e dell’automotive mostrano una maggiore consapevolezza in tema di brevetti e strategia IP, mentre il fintech, con 11 aziende su 35 per un valore pari al 30% del totale, sembra avere un approccio più leggero sulla tutela IP nonostante la competitività del settore.
Stupisce come gli unicorni europei con un portafoglio brevetti siano valutati in media -18% delle aziende che ad oggi mancano di una tutela di lungo periodo sul business: che manchi un’ attenzione sui temi della proprietà intellettuale tra gli investitori europei?
Unicorni Americani: più brevetti hai e più vali
Adesso è la volta degli Unicorni Americani. Di sicuro gli americani mostrano una maggiore attenzione e un maggior valore alla strategia brevettuale: le aziende con brevetti in media ottengono una valutazione maggiore, pari quasi al doppio, degli unicorni senza una precisa strategia IP.
Il fintech la fa da padrone tra gli unicorni americani in termini economici ma non c’è una grande attenzione sui temi della proprietà intellettuale, nonostante la competitività che il settore sta raggiungendo.
Unicorni Cinesi: più brevetti hai e più vali x3
Una panoramica sugli Unicorni Cinesi per chiudere il confronto con quelli Europei ed Americani.
In generale l’attenzione all’IP è consolidata in Cina, tanto da portare anche i round di finanziamento e le valutazioni a livelli molto più alti di quelli americani, con cifre da capogiro e con portafogli brevetti cospicui.
Da ricordare però che l’analisi non prende in considerazione la qualità dei brevetti, ad oggi abbastanza controversa soprattutto per ciò che riguarda i titoli cinesi. Ad ogni modo l’intelligenza artificiale e l’automotive sono le direzioni di maggior interesse e a più alto tasso investimento per l’oriente.